I Servizi della  Farmacia del prossimo futuro

Promuovere la salute e la prevenzione  a favore dei tanti clienti di diverse età  che accedono alle Farmacie italiane è un obiettivo importante e realizzabile che  richiede un approccio strategico che combini informazione, empatia e servizi pratici, ma di qualità  offerti da personale preparato.

 

Ecco alcune iniziative concrete potenzialmente realizzabili:

Educazione e sensibilizzazione richiedono  brevi campagne informative in farmacia su temi stagionali o rilevanti (es. vaccinazioni antinfluenzali in autunno, protezione solare in estate). Si potranno usare volantini, poster o schermi digitali con consigli chiari e semplici, come “Lavati le mani per 40 secondi” o “Controlla la pressione almeno una volta al mese e correttamente” (un video ben confezionato potrebbe insegnare  come misurare  correttamente a domicilio la pressione arteriosa con possibilità di rilevare anche possibili aritmie); si insegna  anche praticamente ad utilizzare correttamente  strumenti indossabili per misurare alcuni parametri vitali, l’ attività fisica svolta (anche numero dei passi), la sedentarietà, la qualità e la quantità del sonno, la saturazione periferica dell’ ossigeno nel sangue.

Servizi di screening saranno offerti gratuitamente  o a basso costo, come misurazione della pressione arteriosa, glicemia, colesterolo, creatininemia, ecc  Importante la corretta misurazione del peso corporeo con valutazione della percentuale di grasso corporeo, la circonferenza addominale, registrazione di una derivazione dell’ elettrocardiogramma. In Farmacia si può procedere alla valutazione della composizione corporea, della densità ossea, si esegue Holter cuore e Holter pressorio, misura della forza muscolare; si dovrà pensare alla possibile (tecnicamente) valutazione del fondo dell’ occhio (accertamento di grande rilevanza clinica);  è fattibile anche la determinazione di ABI  cioè  la  differenza  della pressione arteriosa fra caviglia e braccio, importante per sospettare eventuale arteriopatia periferica (arti inferiori).

Addestramento anche con video educazionali alla autogestione dei parametri vitali, ma anche di strumenti autodiagnostici diffusamente disponibili.

 

Si tratta di coinvolgere e attirare i clienti e aiutarli a monitorare la propria salute, creando fiducia nella Farmacia come punto di riferimento.

Si potranno fornire consulenze personalizzate: formare personale per dare consigli su prevenzione (es. dieta equilibrata, attività fisica) in base alle esigenze del cliente, magari durante la vendita di un farmaco. Ad esempio: “Sta prendendo questo integratore? Le consiglio di abbinarlo a una passeggiata quotidiana” magari insegnando come regolare l’ intensità della prestazione in base alla frequenza cardiaca.

Programmi fedeltà salutari si realizzano con iniziative che premiano comportamenti virtuosi, come sconti su prodotti salutari (vitamine, tisane) per chi partecipa a eventi o screening o anche a chi essendo sovrappeso, perde con corretti stili di vita perde il 5% del peso

Eventi e collaborazioni saranno efficaci con  esperti (nutrizionisti, fisioterapisti) coinvolti per brevi incontri in farmacia; utile  collabora con palestre locali per promuovere uno stile di vita attivo.

La comunicazione digitale sarà utile ed efficace:  i social media o una newsletter consentono di condividere pillole di salute (es. “5 minuti al giorno di stretching riducono lo stress”) e ricordare ai clienti i servizi disponibili anche in Farmacia. Si dovranno reiterare gli inviti ad essere attivi fisicamente e mentalmente, a controllare il peso corporeo e la circonferenza addominale, ad alimentarsi con cibi prevalentemente di origine vegetale, a verificare la normalità dei sintomi vitali (frequenza del polso periferico e del respiro, pressione arteriosa e temperatura cutanea); si chiederà se si ha l’impressione che la memoria sia diminuita.

La Farmacia potrebbe essere il punto di riferimento per la telemedicina nell’ambito delle cure primarie: ambienti (cabine) opportunamente attrezzati saranno il luogo dove il cittadino potrà  essere sottoposto ad accertamenti clinici a distanza, con grande risparmio di tempo e anche di denaro e migliorando la qualità delle cure.  La Farmacia diventa parte integrante della rete clinica della sanità.

 

Importante è rendere la prevenzione accessibile e concreta, trasformando la Farmacia in un alleato quotidiano per il benessere a disposizione per iniziative fondamentali come l’ utilizzazione di idonei smartwatch o altri strumenti indossabili per aumentare le possibilità di salute durante la vita  mettendo in atto comportamenti preventivi.  E’ possibile che con l’ avvento di tecnologie avanzate sia possibile che un robot addestrato possa compilare la valutazione multidimensionale geriatrica nella persona che invecchia trasferendo i dati raccolti alla cartella clinica informatizzata (anche questa da realizzare).

La popolazione del mondo invecchia sempre più e la prevalenza delle demenze di vario tipo continua ad aumentare. In Italia ci sono circa 1200000 soggetti con demenza di cui i 60% ha la forma di Alzheimer; la diagnosi di malattia è ancora tardiva; il costo complessivo di questi pazienti è intorno ai 23 miliardi di euro/anno; i casi con malattia conclamata costano circa 72.000 euro/anno; molte spese ricadono sui familiari che spesso svolgono attività di caregiver. È quindi essenziale fornire raccomandazioni comprensibili ed efficaci per incoraggiare un sano invecchiamento (healthy aging) in particolare del cervello (brain aging) per ridurre il rischio di demenza e di altre malattie croniche nella popolazione generale. Si veda un commento generale in: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdfdirect/10.1111/joim.13728.  In Italia è stato varato nel 2014 il Piano Nazionale Demenze – https://www.iss.it/le-demenze-piano-nazionale-demenze– per promuovere e migliorare gli interventi nel campo delle demenze, sia dal punto di vista delle terapie, ma anche per il sostegno e l’accompagnamento del malato e dei familiari nel lungo percorso di cura; l’ obiettivo fondamentale sono le strategie per la promozione e il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze. Il Piano fu formulato dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità e le tre principali associazioni nazionali di pazienti e familiari. I risultati ottenuti per ora sono modesti  anche dal punto di vista terapeutico. Recentemente sono stati precisati i tanti fattori modificabili di rischio per le demenze (FR); la diminuzione della loro forza durante la vita realizza la prevenzione anche primaria delle diverse forme di demenza. Sembra questa una via efficace per diminuire l’incidenza delle demenze e rallentare il declino cognitivo legato all’ età –  https://www.nia.nih.gov/health/alzheimers-and-dementia/what-do-we-know-about-diet-and-prevention-alzheimers-disease.

Nel 2024 la Commissione permanente Lancet sulla prevenzione, l’intervento e la cura della demenza ha proposto un nuovo aggiornamento dei  FR aggiungendone due nuovi (colesterolo LDL alto e ipovedenza): quasi la metà dei casi di demenza nel mondo potrebbe essere prevenuta o ritardata affrontando adeguatamente  i 14 FR che sono: l’ educazione scolastica incide per il 5% nell’età giovanile; nell’età media: l’ipoacusia 7%,elevati livelli di LDL-colesterolo 7%, traumi cranici 3%, inattività fisica 2%, diabete 2%, fumo di sigaretta 2%, ipertensione arteriosa 2%, obesità 1%, bevande alcoliche 1%; nella età senile diventano importanti isolamento sociale 5%, inquinamento atmosferico 3% e ipovedenza 3%  – Lancet  2024;404(10452):572-628. doi: 10.1016/S0140-6736(24)01296-0. Epub 2024 Jul 31.

La dieta non è compresa fra i FR modificabili di demenza anche se l’alimentazione appropriata è in grado di mitigare più FR ; dovrebbe  essere raccomandata dai Medici – soprattutto di famiglia nei periodici controlli  sanitari – ai soggetti di mezza età, ma non solo. Oltre alle attenzioni mirate dei Medici servirà anche la partecipazione e l’ educazione dei cittadini. E’ fondamentale infatti fare riferimento agli indici antropometrici più rilevanti facilmente automisurabili come peso altezza e circonferenza addominale  che durante la vita devono essere mantenuti nei limiti della normalità attuando normali stili di vita, in particolare l’ esercizio fisico e le abitudini alimentari.  Il tema è da anni ampiamente trattato anche su internet e dai media : si raccomanda l’articolo Nutrition for dementia prevention: a state of the art for clinicians di R. Townsend et al  su Age and Ageing, Volume 53, Issue Supplement_2, May 2024, Pages ii30 – ii38, https://doi.org/10.1093/ageing/afae030 fa parte del supplemento  che ha il titolo Nutrition and Healthy Ageing; essa fornisce agli Studenti e ai  Medici un aggiornamento sullo stato attuale delle conoscenze sulla prevenzione nutrizionale delle demenze. Esistono prove a sostegno del consumo di modelli alimentari prevalentemente vegetariani come la dieta mediterranea e quella denominata MIND o nordica per il mantenimento delle funzioni cognitive e per ridurre il rischio di demenza anche in età avanzata; esse sono  supportate dalle linee guida sulla prevenzione della demenza dei principali enti di sanità pubblica come l’ Organizzazione mondiale della sanità. Nuove prove suggeriscono potenziali benefici cognitivi derivanti dal consumo di nutrienti/alimenti specifici (ad esempio acidi grassi n-3 o pesce, flavonoidi e vitamine del gruppo B) e composti multi-nutrienti (ad esempio Fortasyn Connect, noto in Italia perché componente dell’Integratore Souvenaid, ricco di acidi grassi omega 3, fosfolipidi, colina, selenio, vitamine varie). In questa revisione sono indicate le opportunità per trasferire e integrare gli interventi nutrizionali/dietetici nella pratica clinica per la prevenzione delle demenze. Le conclusioni sono che la nutrizione appropriata favorisce un sano invecchiamento cognitivo riducendo così il rischio di demenza: esse aiuteranno i Medici a fornire opinioni informate su strategie nutrizionali appropriate nei controlli sanitari di mezza età e altre iniziative di riduzione dei FR. Teoricamente molti casi di demenza sarebbero evitabili con interventi sulla popolazione: diete come DASH e MIND – largamente ispirate alla dieta mediterranea – sarebbero in grado di ridurre il rischio di insorgenza dell’Alzheimer del 40-50% rispetto alla dieta occidentale. Si ricorda che in una recente pubblicazione  sui piani preventivi per la demenza attuati in 21 regioni italiane  sono presenti i seguenti fattori di rischio: scarsa educazione, ipertensione, ipoacusia, fumo alcol, depressione, inattività fisica, diabete, isolamento sociale, traumi cranici, inquinamento atmosferico; l’alimentazione/dieta risulta assente nei piani regionali di prevenzione delle demenze-https://link.springer.com/article/10.14283/jpad.2024.144.

La dieta è importante fattore non farmacologico per modificare  diversi FR di demenza. E’ dimostrato da studi ecologici multi-paese, studi osservazionali prospettici e trasversali e studi di laboratorio. Gli studi ecologici hanno identificato grassi, carne e obesità derivanti da diete ad alto contenuto energetico come importante FR dimostrando che i  tassi si modificano solo 15-20 anni dopo i cambiamenti dietetici nazionali. Gli studi osservazionali hanno confrontato il modello alimentare occidentale con quelli delle diete Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH), Mediterranean (MedDi) e Mediterranean–DASH Intervention for Neurodegenerative Delay (MIND). Tali studi hanno identificato fattori di rischio tra cui il maggiore consumo di grassi saturi e totali, carne e cibi ultraprocessati e un minor rischio di demenza se aumenta il consumo di frutta, legumi, noci, acidi grassi omega-3, verdure e cereali integrali. I fattori legati alla dieta associati a un rischio significativo di demenza includono infiammazione, resistenza all’insulina, stress ossidativo, omocisteinemia elevata, prodotti finali di glicazione avanzata e trimetilammina N-ossido. Considerando i sistemi consolidati di approvvigionamento alimentare della maggior parte dei paesi, le abitudini alimentari della popolazione sembrano difficilmente modificabili. Tuttavia, per le persone disposte e motivate, una dieta povera di prodotti animali con molti alimenti antinfiammatori e a basso indice glicemico può essere utile: https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10741367/.

La prevenzione è un’arma a disposizione per affrontare il problema enorme delle demenze e dell’ invecchiamento. I tentativi farmacologici di curare  con successo le demenze ha avuto modesti  risultati : recentemente un anticorpo monoclonale ha dato risultati positivi ed è commercializzato anche in Europa. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha dato parere positivo alla immissione in commercio di lecanemab,  anticorpo monoclonale diretto contro la proteina amiloide, per il trattamento della malattia di Alzheimer in fase iniziale, caratterizzata da lieve compromissione cognitiva e demenza lieve; alcuni dettagli sono qui riportati: https://www.osservatoriomalattierare.it/alzheimer/21516-malattia-di-alzheimer-ema-approva-lecanemab.

Pertanto ci sono speranze per affrontare finalmente con successo i tanti problemi sanitari e sociali legati alle demenze.

 

Gli algoritmi di intelligenza artificiale (AI) stanno rivoluzionando l’analisi delle immagini mediche, migliorando notevolmente la precisione, la velocità e l’efficienza della diagnosi. Ecco alcuni modi in cui l’AI sta contribuendo a questo campo:

1. Miglioramento della precisione diagnostica

  • Rilevamento precoce: Gli algoritmi di deep learning, in particolare le reti neurali convoluzionali (CNN), sono in grado di identificare pattern sottili nelle immagini mediche che potrebbero sfuggire all’occhio umano. Questo è particolarmente utile per la diagnosi precoce di malattie come il cancro, dove la tempestività è cruciale.
  • Riduzione degli errori: L’AI può ridurre gli errori di interpretazione, fornendo una seconda “opinione” che supporta i radiologi nel prendere decisioni più accurate.

2. Automazione delle analisi

  • Segmentazione delle immagini: L’AI può automatizzare la segmentazione delle immagini, identificando e isolando aree di interesse come tumori, lesioni o organi specifici. Questo processo, che richiederebbe molto tempo se fatto manualmente, viene accelerato dall’AI.
  • Quantificazione: Gli algoritmi possono misurare con precisione dimensioni, volumi e altre caratteristiche delle strutture anatomiche, fornendo dati quantitativi utili per il monitoraggio delle malattie.

3. Personalizzazione delle cure

  • Medicina di precisione: L’AI può analizzare grandi volumi di dati, inclusi immagini mediche, per identificare pattern specifici del paziente. Questo permette di personalizzare i trattamenti in base alle caratteristiche individuali, migliorando l’efficacia delle terapie.

4. Riduzione dei tempi di diagnosi

  • Elaborazione rapida: L’AI può analizzare immagini in pochi secondi, riducendo i tempi di attesa per i pazienti e permettendo ai medici di prendere decisioni più rapidamente.
  • Prioritizzazione dei casi: In contesti di emergenza, l’AI può aiutare a identificare i casi più urgenti, come emorragie cerebrali o fratture, permettendo un intervento tempestivo.

5. Supporto ai radiologi

  • Strumenti di supporto decisionale: L’AI non sostituisce i radiologi, ma li supporta fornendo suggerimenti e analisi dettagliate. Questo può ridurre il carico di lavoro e migliorare la qualità delle diagnosi.
  • Formazione e apprendimento: Gli algoritmi di AI possono essere utilizzati per creare simulazioni e casi di studio, aiutando i radiologi in formazione a migliorare le loro competenze.

6. Integrazione con altre fonti di dati

  • Analisi multimodale: L’AI può integrare immagini mediche con altri dati, come cartelle cliniche, test di laboratorio e dati genetici, per fornire una visione più completa della salute del paziente.
  • Predizione del rischio: Combinando immagini mediche con dati clinici, l’AI può prevedere il rischio di sviluppare determinate malattie, permettendo interventi preventivi.

7. Riduzione dei costi

  • Efficienza operativa: Automatizzando parte del processo diagnostico, l’AI può ridurre i costi operativi degli ospedali e migliorare l’allocazione delle risorse.
  • Diagnosi più accurate: Una diagnosi più precisa può ridurre la necessità di ulteriori esami costosi e ripetuti.

Nonostante i numerosi vantaggi, ci sono anche sfide da considerare:

  • Qualità dei dati: L’accuratezza degli algoritmi di AI dipende dalla qualità e dalla quantità dei dati di addestramento. Immagini di bassa qualità o dataset sbilanciati possono compromettere le prestazioni.
  • Etica e privacy: L’uso di dati medici sensibili richiede un’attenta gestione per garantire la privacy dei pazienti e il rispetto delle normative.
  • Integrazione clinica: L’adozione di tecnologie AI nella pratica clinica richiede una formazione adeguata e una collaborazione tra ingegneri, medici e pazienti.

In sintesi, gli algoritmi di intelligenza artificiale stanno trasformando l’analisi delle immagini mediche, offrendo strumenti potenti per migliorare la diagnosi, il trattamento e la gestione delle malattie  anche in Geriatria.

Prof. Kate Walters, PhDa k.walters@ucl.ac.uk ∙ Rachael Frost, PhDa ∙ Christina Avgerinou, PhDa ∙ Sarah Kalwarowsky, MScd ∙ Prof. Claire Goodman, PhDd ∙ Prof. Andrew Clegg, MDe∙ et al. Mostra altro
– The Lancet Healthy Longevity, Volume 6, Numero 2
La promozione della salute per le persone con fragilità lieve ha il potenziale per migliorare i risultati sanitari, ma tali servizi sono scarsi nella pratica. Abbiamo sviluppato un intervento personalizzato, basato sulla casa, di cambiamento comportamentale, di promozione della salute (HomeHealth) e ne abbiamo valutato l’efficacia clinica e il rapporto costo-efficacia nel mantenere un funzionamento indipendente nelle attività della vita quotidiana negli anziani con fragilità lieve.
Metodi
Questo studio è stato uno studio clinico controllato randomizzato, individuale, multicentrico, a gruppi paralleli, condotto in Inghilterra. I partecipanti sono stati reclutati principalmente da studi medici di medicina generale in tre diverse aree dell’Inghilterra (la regione di Londra nord del Tamigi, l’Hertfordshire orientale e settentrionale e lo Yorkshire occidentale). I partecipanti erano individui residenti nella comunità registrati presso uno studio medico di medicina generale, di età pari o superiore a 65 anni con fragilità lieve (punteggio 5 sulla CFS), con un’aspettativa di vita superiore a 6 mesi e con capacità di acconsentire a partecipare. Abbiamo escluso gli adulti residenti in case di cura o di riposo, quelli con fragilità da moderata a grave o senza fragilità, quelli che ricevevano cure palliative e quelli già gestiti (ad esempio, che ricevevano un intervento in corso simile dal settore volontario o dal servizio alla comunità). I partecipanti idonei sono stati assegnati in modo casuale 1:1 all’intervento HomeHealth o al trattamento come al solito. HomeHealth è un intervento di promozione della salute multidominio erogato dal settore volontario a domicilio in sei sessioni nell’arco di 6 mesi. L’esito primario era il funzionamento indipendente (valutato utilizzando l’indice di Barthel modificato [BI]) a 12 mesi. Le valutazioni dell’esito sono state mascherate e sono state analizzate in base all’intenzione di trattare utilizzando modelli misti lineari. I costi incrementali e gli anni di vita aggiustati per qualità (QALY) sono stati calcolati utilizzando regressione apparentemente non correlata e bootstrapping. La sperimentazione è registrata nel registro ISRCTN (ISRCTN54268283).
Risultati
Abbiamo reclutato 388 partecipanti tra l’8 gennaio 2021 e il 2 luglio 2022 (età media 81 anni, DS 6,5; 249 (64%) di 388 erano donne e 139 (36%) erano uomini). 195 partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a HomeHealth e 193 al trattamento come al solito. Il follow-up mediano è stato di 363 giorni (IQR 356-370) nel gruppo HomeHealth e di 362 giorni (IQR 355-373) nel gruppo trattamento come al solito. HomeHealth non ha migliorato i punteggi BI a 12 mesi (differenza media 0,250, 95% CI -0,932 a 1,432). HomeHealth è stato superiore al trattamento come al solito con una stima negativa dei costi incrementali (-£796; 95% CI -2016 a 424) e una stima positiva dei QALY incrementali (0,009, -0,021 a 0,039). Si sono verificati 55 eventi avversi gravi nel gruppo HomeHealth e 85 nel gruppo trattamento come al solito; nessuno era correlato all’intervento. Interpretazione
HomeHealth è un intervento sicuro con un’alta probabilità di rapporto costo-efficacia, guidato da una riduzione dei ricoveri ospedalieri non pianificati. HomeHealth dovrebbe essere considerato un intervento di promozione della salute per le persone anziane con fragilità lieve.

Si allegano le disposizioni:

Lavoro Facile

Decreto legisltivo 15 marzo 2024 – disposizioni materia politica in favore delle persone anziane

Movimento da fermo per  attivare il metabolismo nei muscoli solei del polpaccio. 
E’ consigliato agli anziani  sedentari, per almeno 30 minuti, ma più volte al giorno

Negli ultimi due secoli  la durata della vita si è allungata assai soprattutto in Europa e in Asia. La speranza di salute (healthspan)   continua ad essere più breve e in modo costante per l’emergenza deòe malattie croniche e delle loro consegueze soprattutto la disabilità.

Clamorosa è la possibilità di influenzare sia healthspan che la lifespan (speranza di vita alla nascita) nelle persone di sesso femminile: l’ evento menopausa che si verifica in tutte le donne è evento foriero di importanti modificazioni che si associano alle malattie croniche più comuni.

Si è sottolineato nel 2025  su Nature la inadeguata attenzione a questo evento da parte della Medicina.

La ricerca sulla Menopausa non raccoglie fondi adeguati: è tempo di cambiare

(Nature  2025; 637: 763)

Nature  ha chiesto ai maggiori finanziatori della ricerca sanitaria al mondo cosa stanno facendo per studiare una fase della vita vissuta da metà dell’umanità. Ecco cosa ci hanno detto alcuni di loro.

La menopausa, ovvero la cessazione delle mestruazioni, sarà vissuta dalla stragrande maggioranza delle donne in un momento della loro vita. I suoi sintomi distintivi includono scarso sonno, vampate di calore e cattivo umore; porta con sé anche un rischio aumentato di malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e perdita di memoria. Tuttavia, raramente è stata una priorità per i sistemi sanitari o addirittura per la ricerca. Che un evento vissuto con qualche difficoltà  da metà dell’umanità non sia più studiato è poco meno che scandaloso.

In alcune parti del mondo, la situazione potrebbe cambiare, Il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti, ad esempio, sta lavorando con i ricercatori per creare una strategia per la ricerca sulla menopausa. I ricercatori stanno rivisitando il potenziale della terapia ormonale, un trattamento un tempo popolare, mentre stanno anche esplorando modi per prolungare la vita ovarica e quindi ritardare l’inizio della menopausa.

Allo stesso tempo, un numero crescente di professionisti sanitari sta mostrando interesse a ottenere la certificazione per il trattamento della menopausa. Negli Stati Uniti tra il 2022 e il 2024, ad esempio, c’è stato un aumento di cinque volte delle persone che hanno fatto domanda per sostenere l’esame di certificazione della Menopause Society, un’organizzazione non-profit di Pepper Pike, Ohio. Per quanto riguarda i finanziamenti, forse una delle cose più sorprendenti è che, finora, pochi finanziatori sembrano seguire le orme del NIH.

La menopausa si verifica in genere tra i 45 e i 55 anni. Può anche verificarsi prima per una serie di motivi, tra cui cause naturali, o a causa di una malattia o come risultato di un trattamento. L’esperienza della menopausa può essere migliorata attraverso la terapia ormonale, che funziona ricostituendo alcuni ormoni che vengono esauriti durante la menopausa, in particolare estrogeni e progesterone. Tuttavia, i primi risultati del 2002 da uno studio influente della Women’s Health Initiative hanno cambiato il modo in cui molte donne e operatori sanitari percepiscono la terapia ormonale (Writing Group for the Women’s Health Initiative Investigators JAMA288, 321–333; 2002); una delle scoperte dello studio è stata che le persone che avevano vissuto  la menopausa e che assumevano estrogeni e una forma sintetica di progesterone presentava un rischio maggiore di cancro al seno, infarto e ictus. A livello globale, le prescrizioni per la terapia ormonale correlata alla menopausa diminuirono  drasticamente. I numeri hanno fatto fatica a riprendersi anche dopo che studi successivi hanno sottolineato i limiti dei risultati originali. I ricercatori e i medici stanno ancora cercando di recuperare nel tentativo di far passare il messaggio che, oltre a gestire i sintomi della menopausa, i benefici a lungo termine della terapia ormonale per la menopausa potrebbero superare i rischi per coloro per i quali la terapia ormonale è un trattamento adatto. Si dovrebbe spostare l’ago della bilancia Per questo editoriale, Nature ha chiesto ad alcune delle più grandi agenzie di finanziamento della ricerca sanitaria negli Stati Uniti e in Europa informazioni sui loro risultati e piani per la ricerca sulla menopausa. La stragrande maggioranza degli studi nel settore dell’invecchiamento non prende in considerazione la menopausa, secondo un articolo di Nature Aging (G. Gilmer et al. Nature Aging 3, 1500–1508; 2023). L’NIH ha istituito una gruppo per la ricerca sulla menopausa nel 2023 e sta lavorando a un programma di ricerca. Le somme coinvolte non sono enormi, bisogna dirlo, ma non è una sorpresa completa. Come abbiamo già riferito, le patologie  che colpiscono principalmente le donne raccolgono meno finanziamenti rispetto a quelle che colpiscono prevalentemente gli uomini. L’NIH ha stanziato 56 milioni di dollari per gli studi sulla menopausa nel 2023, che dovrebbero aumentare a 58 milioni di dollari quest’anno. L’US Advanced Research Projects Agency for Health, che si concentra su argomenti ad alto rischio e alto rendimento, ha due progetti sulla menopausa che valgono complessivamente 13,5 milioni di dollari, uno per estendere la funzione e la durata della vita delle ovaie e un altro per sviluppare impianti ovarici per prevenire le malattie associate alla menopausa. Horizon Europe, il più grande programma multinazionale di finanziamento della ricerca al mondo, ha assegnato 12 milioni di euro (12,4 milioni di dollari) a un consorzio di università per un progetto chiamato Caramel, che mira a prevenire le malattie cardiovascolari nelle donne di età compresa tra 40 e 60 anni. Tuttavia, Horizon Europe non ha una categoria separata per la menopausa, né una categoria per la salute delle donne, ma include invece l’argomento in un portafoglio generale di sovvenzioni per la “salute”. Lo scorso ottobre, Pivotal Ventures, un’organizzazione fondata dalla filantropa Melinda French Gates, ha lanciato un bando di finanziamento da

250 milioni di dollari rivolto alle organizzazioni di tutto il mondo che lavorano per migliorare la salute delle donne. Nel complesso, tuttavia, la menopausa non è una categoria definita per molti dei più grandi finanziatori filantropici del mondo, tra cui anche Wellcome a Londra e la Gates Foundation a Seattle, Washington. Forse per questo motivo, nessuna di queste agenzie è stata in grado di dire a Nature l’entità precisa dei loro finanziamenti correlati alla menopausa.

Istituire una categoria separata di ricerca potrebbe sembrare arcano, ma è inequivocabilmente un segno che i finanziatori considerano la menopausa una priorità. Consente ai ricercatori di sapere quanto denaro è disponibile e come richiederlo; e consente loro di tenere traccia di quanto è stato speso in passato e chi lo ha ricevuto. La natura dirompente della menopausa e i suoi impatti sulla salute sono noti forse da millenni e, francamente, avrebbero dovuto essere un argomento prioritario per i finanziatori della salute già da  molto tempo.

Non è mai troppo tardi per iniziare.

     La maggior parte degli studi sull’ invecchiamento non considera la

      menopausa!

Si veda:  https://www.nature.com/articles/d41586-025-00069-4:

https://www.nature.com/immersive/d41586-023-01475-2/index.html

 

Nel corso di laurea di Medicina e Chirurgia la Geriatria ha pochi crediti formativi  con conseguenti scarse conoscenze anche nel settore biologio (gerontologia) dell’ invecchiamento, processo che inizia molto presto nella vita.

Il problema attuale più rilevante  è rappresentato dalle competenze minime geriatriche del Medico generalista.

Di seguito un contributo che riguarda gli aggiornamenti più recenti sui contenuti del curricolum di Geriatria nel corso di laurea di medicina e chirurgia.

 

vedi: SIGG AGING CARE 5Ms competenze da inviare

La demografia dell’Italia cambia ogni anno con censeguenti manifestazioni biodemografiche.

I Medici dovrebbero prestare maggiore attenzione a questi aspetti molto rilevanti per la salute e la sanità.

 

Vedi i dati ISTAT :popolazione italiana nel 2023

Su Lancet Healty Longevity 2024 è pubblicato un interessante paper riguardante  il ruolo e gli obiettivi anche di ricerca del Geriatra. In particolare mi sembra rilevante questo punto:

Ruolo dei geriatri nel riorientamento delle cure per un invecchiamento sano.
I geriatri svolgono un ruolo di leadership attivo nel guidare il passaggio verso un sistema di assistenza centrato sulla persona e più integrato che si concentra sulle capacità funzionali, con enfasi sulle strategie preventive e sui servizi acuti e riabilitativi in ​​sintonia con l’età.
L’approccio sviluppato e utilizzato negli ultimi decenni in medicina geriatrica si basa su una valutazione globale degli individui e sulla fornitura di interventi multidisciplinari centrati sulla persona che collegano l’assistenza clinica e sociale.
Inoltre, i geriatri hanno costantemente sostenuto un approccio orientato alle capacità che considera i bisogni e le priorità degli anziani, che comprende la promozione dell’inclusione, l’adattamento delle pratiche assistenziali e la lotta all’ageismo.
12
Poiché i geriatri sono e rimarranno troppo pochi per rispondere ai bisogni della crescente popolazione anziana, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, è essenziale ripensare come la competenza e l’esperienza dei geriatri, nonché il loro contributo diretto, possano essere utilizzati in modo ottimale per migliorare l’effetto della loro competenza. Ad esempio, i geriatri dovrebbero essere coinvolti più attivamente nelle collaborazioni tra più soggetti interessati per migliorare l’assistenza agli anziani. I geriatri dovrebbero inoltre diffondere i principi dell’assistenza geriatrica e della prevenzione alla prossima generazione di operatori sanitari,
soprattutto quelli coinvolti a livello di assistenza sanitaria primaria.
I cambiamenti richiesti nella formazione e nelle competenze cliniche devono estendersi oltre i medici e includere tutti gli operatori sanitari che lavorano con le persone anziane.

 

Si veda

 

geriatra definizione lancet 24

La vita media continua ad aumentare, ma gli anni vissuti con disabilità e non autosufficienza sono ancora tanti con  seri problemi di sostenibilità per il sistema socio-sanitario.

Il problema può essere affrontato anche  cercando di realizzare le raccomandazioni contenuto nei programmi dell’ INVECCHIAMENTO ATTIVO E IN SALUTE.

 

vedi:  invecchiamento attivo ISTAT 20