“Sarà capitato a tutti di incontrare una persona che dimostra un’età diversa da quella riportata sulla sua carta d’identità. Pensiamo a un 40enne che sembra un 60enne, o a un 60enne che sembra un 40enne. Questa varietà è dovuta al fatto che ognuno di noi ha un’età cronologica e una biologica, e non sempre queste procedono di pari passo. Mentre la prima è determinata dalla data di nascita, la seconda dipende dall’intensità dei processi di invecchiamento, e può essere influenzata dalla genetica, dallo stile di vita e dal contesto ambientale. Da anni la ricerca sta testando l’intelligenza artificiale con l’obiettivo di creare un nuovo strumento capace di misurare l’età biologica di una persona sulla base di parametri di salute fisica. Tuttavia c’è una componente chiave della salute umana che non è stata considerata in questi tentativi: lo stato mentale ed emotivo. Nel 2021, uno studio decennale condotto su 2,3 milioni di neozelandesi ha trovato una forte associazione tra disturbi mentali e insorgenza di malattie fisiche e morte. Un altro studio dello stesso anno ha scoperto che una storia di problemi di salute mentale era associata all’invecchiamento accelerato nella mezza età. Inoltre, questo effetto dell’invecchiamento si è verificato molti anni prima che altre malattie legate all’età tendessero a manifestarsi.
Partendo da questi risultati, un team di ricercatori cinesi e americani, coordinati dalla Chinese University di Hong Kong, è riuscito finalmente a “costruire” un “orologio dell’invecchiamento” funzionante. Si tratta di un algoritmo informatico con apprendimento profondo che calcola l’età biologica di una persona in base ad alcuni indicatori della sua salute fisica, come il microbioma intestinale o i marcatori di infiammazione nel sangue, e del suo stato mentale. In questo modo i ricercatori sperano di prevedere un giorno quanto una persona sia “giovane” o “vecchia” dal punto di vista biologico. I risultati iniziali dello studio, pubblicati sulla rivista Aging, suggeriscono come essere infelici possa avere un impatto anche peggiore di quello delle malattie e di un cattivo stile di vita. “Se la previsione è accurata – hanno dichiarato i ricercatori -, l’orologio potrebbe aiutare gli esperti a capire perché alcuni individui invecchiano più velocemente di altri e quali fattori dello stile di vita contribuiscono a questo processo di invecchiamento”.
In base al ritmo con cui invecchiano, le persone possono essere suddivise in persone che invecchiano lentamente, normalmente e velocemente. Diversi studi hanno dimostrato come l’aumento dell’età biologica sia associato a una maggiore mortalità per tutte le cause, vulnerabilità alle infezioni e un numero di malattie non trasmissibili. Al contrario, un tasso di invecchiamento lento è associato a una salute migliore rispetto ai coetanei della stessa età. “Poiché gli orologi che invecchiano possono rilevare varie condizioni di salute come l’invecchiamento accelerato, l’orologio da noi testato – hanno affermato i ricercatori – potrebbe diventare uno strumento diagnostico e prognostico per tutti gli usi a beneficio di più settori avicini all’assistenza sanitaria, come assicurazioni e nutrizione”.
I ricercatori hanno sviluppato un orologio dell’invecchiamento con apprendimento profondo “addestrandolo” su dati di quasi 5.000 cinesi di età pari o superiore ai 45 anni – tratti dallo studio CHARLS (China Health and Retirement Longitudinal Study) – e poi lo hanno testato sui dati di altre 7.000 persone. Fin dalla sua nascita, CHARLS è stato utilizzato per studiare gli effetti della nutrizione, dei legami sociali e dello stato socio-economico sull’invecchiamento in buona salute. Queste informazioni sono state utilizzate per misurare l’impatto delle politiche sociali ed economiche sul potenziale di longevità del popolo cinese.
Per calcolare l’età biologica, l’algoritmo di intelligenza artificiale, su cui si basa l’orologio, analizza una combinazione di 16 biomarcatori del sangue, inclusi i livelli di colesterolo, nonché BMI, circonferenza della vita e pressione sanguigna, e sette parametri biometrici (tratti fisici e psicologici). Il benessere psicologico viene invece valutato in base a otto sentimenti: infastidito, solitario, infelice, sfocato, irrequieto, depresso, senza speranza o spaventato.
L’orologio dell’invecchiamento ha rilevato che variabili psicologiche, come sentirsi infelici o soli, sommate, possono accorciare la vita biologica fino a 1,65 anni, e che l’effetto di questi fattori supera quello di altre caratteristiche individuali, tra cui il sesso biologico, il contesto ambientale, lo stato civile, il fumo, ecc. Quando l’orologio è stato testato specificamente su individui malati (con cancro, malattie cardiache, malattie del fegato, malattie polmonari o ictus), ha predetto correttamente che questi erano più vecchi dal punto di vista biologico rispetto alle persone della coorte della stessa età sane. Tuttavia, secondo le previsioni dell’orologio, le condizioni patologiche possono accorciare la vita non più di 1,5 anni (una stima leggermente inferiore rispetto a quella prevista dall’algoritmo per tutte le variabili psicologiche messe insieme). “E’ evidente dunque – hanno affermato i ricercatori – che la componente psicologica non dovrebbe essere mai ignorata negli studi sull’invecchiamento per il suo impatto significativo sull’età biologica”.
L’infelicità invecchia più del fumo
L’algoritmo ha previsto anche che, mentre sentirsi infelici (o soli) contribuisce da solo ad accorciare la vita di 0,35 anni (al contrario non avere problemi di sonno la allunga di 0,44 anni), il fumo da solo invecchia di circa 1,25 anni. Ciò non significa che il fumo è meno rischioso per la salute rispetto alla depressione o alla solitudine, perché rimane uno dei principali fattori di rischio per molti tumori e malattie cardiache; ma che la somma di più variabili psicologiche negative (come ad esempio una persona non sposata (fattore che riduce l’aspettativa di vita di 0,59 anni), raramente felice (fattore che riduce l’aspettativa di vita di 0,59 anni), che si sente spesso senza speranza (fattore che riduce l’aspettativa di vita di 0,28 anni) ed ha problemi con il dormire (fattore che riduce l’aspettativa di vita di 0,44 anni) potrebbe avere un impatto maggiore sulla loro salute rispetto al fumo come fattore singolo. In conclusione, un basso livello di benessere psicologico impatta negativamente sull’età biologica al pari delle malattie gravi e cattivi stili di vita, ma l’accumulo di più stati emotivi negativi possono velocizzare maggiormente il processo di invecchiamento.
Diversi studi precedenti già avevano evidenziato che fattori psicologici, come lo stress, la solitudine, la salute mentale e percezioni negative di come si invecchia, possono avere influenze significative sul ritmo di invecchiamento. Non solo, altre ricerche hanno mostrato anche come fattori socio-psicologici quali eventi della vita negativi, stili di vita moderni e un basso status socio-economico, potrebbero accelerare gli orologi dell’invecchiamento. A tal proposito, i ricercatori sottolineano l’importanza di “agire su questi fattori psicosociali al fine di ottenere un beneficio in termini di longevità, poiché il rilassamento intenso e le capacità di coping emotivo (strategia adattiva emotiva) modulano le metriche dell’età biologica”.
Questo strumento, basato su algoritmi di intelligenza artificiale, ha il potenziale per diventare un punto fermo nella progettazione di farmaci innovativi. Grazie a questo, studi biogerontologici longitudinali (che studiano il processo di invecchiamento biologico) hanno già individuato modi per manipolare il ritmo dell’invecchiamento attraverso l’esercizio, la dieta o gli integratori alimentari. “L’orologio dell’invecchiamento – hanno concluso i ricercatori – sarà dunque uno strumento essenziale per sviluppare terapie per la longevità e farmaci anti-età (geroprotettori)”.