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INVECCHIAMENTO ATTIVO : PROSPETTIVE….

L’invecchiamento  non è solo caratterizzato da aspetti negativi legati a multipatologia compreso il declino cognitivo. Il Medico dovrebbe essere in grado di  valutare le strategie comunicative degli anziani, la loro intelligenza e il loro bisogno di affettività.  Tra i fattori che concorrono alla buona comunicazione, importante è il ruolo della percezione e del linguaggio. La percezione negli anziani può essere compromessa soprattutto a livello visivo e acustico; per compensare i deficit sensoriali sono applicate varie strategie percettivo-cognitive. Il linguaggio negli anziani pur non subendo particolari modifiche, se non per quanto riguarda l’anomia, riveste un ruolo di secondo piano rispetto al non verbale che diventa una maggiore espressione dello stato d’animo. L’intelligenza dell’anziano non subisce un declino generale bensì avviene un’ottimizzazione dei processi cognitivi per cui vengono preservati alcuni processi intellettivi che restano intatti. Aspetto dell’intelligenza è la creatività che con l’età trova nuovi spunti, e può migliorare la vita dell’anziano suggerendogli nuovi interessi. Per ciò che concerne l’affettività, sicuramente il bisogno di amare e di essere amati non dipende dall’età:  anzi nell’anziano si può notare un maggiore arricchimento sul piano emozionale.

La ricerca psicogerontologica degli ultimi decenni ha di fatto portato alla revisione totale degli stereotipi sull’invecchiamento psichico. Non tutte le persone invecchiano allo stesso modo e si rileva l’importanza e l’interesse di una continua evoluzione e di una storicità delle esperienze. «Il tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone», sosteneva Shakespeare. La vecchiaia rappresenta l’epilogo di un processo di apprendimento e di conoscenza sviluppato lungo l’intero arco esistenziale e che può portare a ponderazione, saggezza, sintesi creativa nel considerare i fenomeni della vicenda umana. La comunicazione, il dialogo, l’esercizio delle funzioni psicofisiche, la sicurezza degli affetti, gli obiettivi da raggiungere, il desiderio di vivere, di testimoniarsi offrono allo spirito creativo l’immagine e la composizione del proprio senso narrativo. L’essere creativi da vecchi prepara e aggiunge novità alla propria storia. «Ad ogni età un clima diverso, ma fiori sempre e frutti sempre», ed affermava Hegel: «La vecchiaia naturale è debolezza; la vecchiaia dello spirito, invece, è la sua maturità perfetta, nella quale esso ritorna all’unità come spirito».

Il concetto di invecchiamento è sempre stato definito con un un’accezione negativa, una fase della vita caratterizzata da una progressiva perdita di interessi e di obiettivi. Di fronte ad una costante crescita della popolazione anziana, si è fatta strada l’ idea di una terza età non solo come un periodo di declino, ma anche come una fase costellata da nuovi progetti, attività e vita sociale (invecchiamento attivo, ma anche positivo).

Si è parlato anche di ’invecchiamento “di successo” che  a differenza di quello patologico e quello usuale, è caratterizzato da un’elevata funzionalità a livello generale e da bassi rischi di patologie e disabilità correlate ad esse (ne è un esempio l’osteoporosi, che va ad inficiare la fragilità ossea aumentando il rischio di fratture). Elevate capacità fisiche ed un mantenimento di buone capacità cognitive, come nel problem solving e nell’apprendimento di nuove competenze, permetterebbero un positivo livello generale di funzionamento che getterebbe le basi per una fase di vita attiva e produttiva, due fattori che andrebbero a rinforzare il concetto di autoefficacia percepita (Bandura, 2000), sottostante alla credenza di poter intervenire sulla propria vita in maniera diretta e funzionale.

Uno dei maggiori studiosi dell’ invecchiamento, Baltes, nella sua definizione di sviluppo dell’uomo ha stabilito come principio base la dialettica “guadagni-perdite”: nell’età anziana predominano le perdite, a differenza dell’adolescente. Queste perdite si affrontano  grazie a due concetti fondamentali della teoria: le risorse e le riserve. Le risorse, fisiche, cognitive e di personalità sono in relazione sistemica, ed in caso di declino esse verrebbero intaccate seguendo un “processo a cascata”. Le riserve invece sono rappresentate da tutte quelle capacità, competenze e nozioni apprese durante l’arco di vita che potrebbero venir sfruttate proprio nella terza età per riorganizzare e rivalutare la propria vita (ad esempio dopo il pensionamento o di fronte ad un importante lutto). Il culmine della teoria di Baltes che spiega come sia possibile un invecchiamento positivo è dato da un insieme di strategie di Selezione, Ottimizzazione e Compensazione (SOC), che applicate in maniera coordinata permetterebbero all’individuo anziano di minimizzare le perdite e massimizzare i guadagni per indirizzare autonomamente la sua vita (Baltes e Baltes, 1990).

L’ invecchiamento positivo  è così il risultato di una selezione e ottimizzazione di quelle relazioni più consolidate e capaci di dare una maggior sicurezza e una maggior vicinanza emotiva, “scartando”, invece, quelle più superficiali e negative. Questo processo di ristrutturazione sarebbe mosso da un cambiamento di obiettivi: Se nella gioventù prevalgono obiettivi di espansione del Sè, nell’età anziana vi è una ricerca di conferma del sé e questo può avvenire solo tramite il supporto di una rete sociale capace di fornire un’adeguata intimità relazionale centrata su emozioni positive.

In questo modello teorico due variabili entrano in gioco nell’ invecchiamento positivo: i fattori socio-culturali, come ad esempio l’aver vissuto in prima persona una guerra, e l’esposizione ad eventi stressanti, quali possono essere un divorzio o un lutto. L’anziano riesce a fronteggiare questi due aspetti critici grazie alle proprio risorse interne, come una buona percezione di sé, una buona autoefficacia,  ma anche una buona motivazione nell’investire il proprio tempo in attività fisiche, e alle proprie risorse esterne come l’avere una buona capacità economica ed una rete sociale. Oggi, inoltre, hanno una particolare rilevanza anche le risorse emergenti quali l’utilizzo del Pc e la navigazione nel Web (come evidenziato dagli stessi autori).

La combinazione di queste risorse permetterebbe l’attuazione di comportamenti e strategie preventive finalizzate ad un invecchiamento di successo e alla prevenzione dei disturbi e delle malattie.

 Quali sono i fattori che ci aiutano a resistere e ad invecchiare positivamente?

Essi possono essere definiti come un insieme di circostanze che contrasterebbero l’azione dei fattori di rischio, fattori che possono aumentare la probabilità di perdere la salute o di comprometterla e possono essere di natura individuale o di natura sociale. Tra i primi vanno annoverati le caratteristiche individuali di personalità, come ad esempio l’estroversione che favorirebbe l’instaurarsi di una buona rete sociale e amicale, permettendo ad un individuo anziano di percepirsi amato e valorizzato.

Un altro fattore protettivo è la capacità di “progettare” la salute e il benessere: l’uomo mette in atto delle scelte o dei comportamenti che avrebbero  vantaggi (o svantaggi) a lungo termine, instaurando una spirale continua di piccoli effetti. Si pensi ad un anziano che inizia a frequentare un’università della terza età: questa scelta comporterà l’accrescimento delle conoscenze, l’allenamento delle capacità cognitive e l’ampliamento della propria rete sociale, o ad un altro che decide di smettere di fumare e seguire una dieta equilibrata.

La resilienza  in età anziana, definita  come  capacità di gestire in modo costruttivo gli eventi critici della vita, sarebbe una forza motrice alla base di un comportamento strategico, capace di motivare l’anziano ad investire in nuovi obiettivi di vita, di vedere il futuro lì dove apparentemente non dovrebbe esserci..

Baltes propone un sistema integrato di risorse, che insieme concorrerebbero a determinare buoni livelli di funzionamento e benessere:  senso-motorie: intese come una buona autonomia e capacità fisica, ad esempio avere un buon udito o una buona vista; risorse cognitive: risorse correlate all’efficienza intellettiva generale: avere una adeguata flessibilità cognitiva per adattare il proprio pensiero a situazioni e problemi nuovi.
risorse di personalità: dipendenti dai propri tratti di personalità e da come essi vengano espressi; risorse sociali: avere il supporto di una buona rete sociale che dovrà essere realizzata.

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