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INTRINSIC CAPACITY : la WHO fa nuove proposte per invecchiare in salute

Intrinsic Capacity (IC) o capacità intrinseca fa riferimento a tutte le capacità mentali e fisiche di cui la persona dispone nel corso di tutta la sua vita. Si fa riferimento anche  alle relazioni della salute con i fattori ambientali e sociali. La figura propone schematicamente il range della IC  durante la  vita  che tende a ridursi in modo variabile  verso l’ età più avanzata. E’ a disposizione anche una riserva funzionale ed anatomica che conferisce resilienza con variabile  possibilità di recupero. La conservazione di capacità fisiche e mentali è notevole; in molti ultra80enni  sono simili a quelle di soggetti molto più giovani : ciò indica  che l’ età cronologica è inadeguata come indicatore di  rischio di eventi negativi per la salute e l’ autosufficienza.

La variabilità della IC residua comporta  differenze nelle manifestazioni  attribuibili all’ invecchiamento o alle malattie corniche ad esso attribuibili. Il declino della IC può avvenire anche in assenza di malattie croniche diagnosticate. Stili di vita, traumi, eventi , ma anche interventi sociali e sanitari in diversi punti del corso della vita possono influenzare grandemente la traiettoria  della IC.  Un grande problema da affrontare e da risolvere è come e quando intervenire per influenzare positivamente la IC.

La fragilità termine molto utilizzato in clinica  – anche se non ha ancora un codice ICD-9-CM – fa riferimento alle variazioni fisiologiche age-related che inducono   declino delle funzioni  che poi concorrono alla compromissione della IC.

E’ certo che la difficoltà a svolgere senza aiuti le attività della vita quotidiana (ADL) è un indicatore della significativa perdita di IC .  I Geriatri intervengono di solito quando si sono già perdute ADL: allora si procede con la valutazione multidimensionale geriatrica o  VMD che consente anche decisioni terapeutiche di qualità rispetto alla usual care e permette  di realizzare concretamente  la continuità delle cure.   Ma le indicazioni della WHO per realizzare l’ healthy ageing  ampliano assai le competenze e gli obiettivi della Geriatria e della Gerontologia; è inevitabile che tante discipline biologiche, chirurgiche e mediche debbano subire un processo di  geriatricizzazione;  in particolare le cure primarie dovrebbero agire con competenze specifiche per valutare la IC dei soggetti  che via via invecchiano: è indispensabile l’ utilizzazione di tecnologie informatiche, del fascicolo sanitario elettronico e della cartella clinica informatizzata che dovrà contenere anche la VMD; la raccolta di big data è fondamentale per la ricerca in questo specifico settore. Quindi non solo attenzione  alla fragilità e alle cure assistenziali, ma anche  alla fasi intermedie della vita (midlife)  dove non pochi soggetti manifestano problemi di IC.

Un approccio olistico durante tutta la vita  può  realizzare il WHO Model of healthy  ageinghttp://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/186463/9789240694811_eng.pdf;jsessionid=BC18B47D672F4065E146E430A68AA03A?sequence=1 ; si tratta cioè di intervenire anche nelle fasi della vita in cui non sono ancora evidenti malattie, ma caratterizzate da capacità funzionali declinanti che sono da misurare nel tempo magari con la collaborazione dello stesso paziente utilizzando strumenti indossabili che misurano il cammino, la frequenza cardiaca, il sonno, memorizzano il peso corporeo, la pressione arteriosa, ecc.  Si tratta evidentemente di sottopopolazioni che attualmente sfuggono alle attenzioni del servizio sanitario.  Si dovrebbe così disporre delle traiettorie funzionali della popolazione che invecchia con modalità da stabilire (fascicolo sanitario elettronico),  magari utilizzando metodologie e tecnologie ancora inconsuete, ma sicuramente disponibili. Rimane un problema fondamentale: chi valorizzerà questo progetto organizzativo  sanitario  nella nostra realtà  fieramente ageista ? I Geriatri dovrebbero  mettere a punto un protocollo per verificare nei soggetti che invecchiano la comparsa  di elementi che identificano la possibile variabile compromissione della IC; di grande rilevanza  sarebbe un programma per mantenere il più a lungo possibile una buona  IC. Si deve tener conto diversi elementi menzionati : essi  sono ben noti ai geriatri, ma spesso ignorati  dalle cure primarie ; essi  consentono di  costruire per ogni soggetto traiettorie funzionali e cognitive che servono ad  intraprendere con tempestività  interventi preventivi che riguardano anche le malattie acute e croniche.

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