La disautonomia è frequente nell’ anziano: dovebbe essere valutata
VALUTAZIONE DELLA DISAUTONOMIA
si puà fare compilando con attezione la scale segente
IPOTENSIONE ORTOSTATICA 0 1 2
SINTOMI GASTRICI a 0 1 2
DISORDINI INTESTINALI b 0 1 2
ALTERATA SUDORAZIONE c 0 1 2
MINZIONE MODIFICATA d 0 1 2
IMPOTENZA e 0 1 2
SISTEMA CARDIORESPIRATORIO f 0 1 2
0 assente; 1 presente ma di scarsa entità; 3 presente
a.nausea, vomito, ripienezza; b varia in transito Intestinale con diarrea notturna, incontinenza fecale; c.iperidrosi e ipoidrosi; d.ritenzione o incontinenza; e.nell’uomo; f. la variabilità della frequenza cardiaca si riduce, incidenti da anestesia
Questa scala proposta da Kennedy Diabetes Care 1989; 12: 399 valuta la presenza di disautonomia : sarà severa disfunzione se il punteggio è da 4 o più, se 1-3 la disautonomia è modesta. La presenza di ipotensione ortostatica è rilevante e deve essere completata con la valutazione della variabilità della frequenza cardiaca (HRV) durante respirazione profonda; rilevante anche la presenza di ipertensione arteriosa in clinostatismo.
La variabilità della frequenza cardiaca (FC) mediata dalla respirazione è l’indice più utilizzato per la valutazione della funzione parasimpatica cardiaca; questo parametro risulta infatti prevalentemente mediato dall’attività vagale. La misura più comunemente utilizzata è l’ampiezza della variazione battito-battito tra la fase inspiratoria e quella espiratoria. Ulteriori misurazioni sono rappresentate dalla deviazione standard dell’intervallo R-R e dal rapporto tra fase espiratoria ed inspiratoria (E:I ratio). La manovra è eseguita in posizione supina, facendo compiere al soggetto 6 cicli respiratori in un minuto. La frequenza e la profondità del respiro sono in grado di influenzare questa risposta. Esiste inoltre una chiara relazione tra età e variabilità di FC: la risposta cronotropa alla respirazione profonda diminuisce con l’aumentare dell’età. Una differenza di 14 bpm tra fase inspiratoria ed espiratoria rappresenta il cut-off del quinto percentile in pazienti di entrambe i sessi di età 10-29 anni; il valore diventa 12 bpm in età 30-39 anni, 10 bpm in età 40-49 anni, 9 in età 50-59 anni e 7 in età 60-69 anni.
L’ invecchiamento di associa ad un alterato controllo autonomico della attività cardiaca con risposta modificata β adrenergica della frequenza cardiaca; questo aspetto si accentua in presenza di scompenso cardiaco.
Esistono applicazioni per lo smartphone che consentono di valutare la HRV in condizioni di respirazione controllata.