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Il ruolo della Geriatria e del Geriatra nella sanità di oggi

Il problema più evidente della medicina delle persone anziane è di essere fortemente legata alla assistenza formale e informale e a processi curativi e terapeutici, farmacologici e non farmacologici, che devono essere continui nel tempo realizzandosi molto spesso in setting diversi; inoltre vi operano molteplici figure professionali e non che non sempre sono coordinate ed integrate nella loro attività così che non tendono allo stesso obiettivo che dovrebbe essere  la miglior qualità della vita della persona anziana

La documentazione clinica e anche sociale deve o dovrebbe essere unica, informatizzata ed avvalersi di punti di riferimento importanti e qualificati come la valutazione multidimensionale geriatrica, la fragilità clinica, i farmaci assunti, le capacità a volgere le attività giornaliere (ADL),  e altre terapie nel tempo; gli strumenti e le risorse per realizzare questo apparantemente semplice progetto operativo dovrebbero essere fornito dal sistema sanitario nazionale e regionale (è la rete formativa della scuola di specializzazione) anche attraverso le scuole di specializzazione che fanno riferimento alla scuola di medicina che notoriamente si avvalgono di reti formative che comprendono strutture sanitarie e servizi della sanità regionale. E’ indispensabile che il personale sanitario che opera nel settore conosca i molteplici problemi e bsogni dell’ anziano; questo quasi sempre presenta variabile grado di multimorbilità e fragilità (clinical frailty scale) che nel tempo cambiano anche in rapporto alle cure appropriate, all’ambiente di vita, alla riabilitazione/riattivazione,  alla sua resilienza, alle capacità cognitive.

Purtroppo il corso di laurea del personale sanitario e anche le scuole di specializzazione dell’ area medica non prestano adeguata attenzione ai setting più popolati della sanità che sono le cure primarie e le cure intermedie. La transitional care deve essere conosciuta per essere migliorata; se ne è parlato tanto, ma i miglioramenti operativi sono deludenti: il coordinamento e la continuità dell’assistenza tra strutture sanitarie durante un passaggio da un setting sanitario all’altro o verso il domicilio rimane di scarsa qualità così come il coordinamento e la continuità dell’assistenza sanitaria. Le sedi di tale processo includono ospedali, strutture di cura sub-acuta e post-acuta, la casa del paziente, le cure primarie e specialistiche e le strutture di assistenza a lungo termine; -si basa su un piano di assistenza e sulla disponibilità di operatori sanitari ben addestrati e competenti nella cura del paziente cronico e che dispongono di informazioni aggiornate sugli obiettivi, le preferenze e lo stato clinico del paziente; – comprende gli aspetti logistici (ad es per il rientro al domicilio), l’educazione del paziente e della famiglia e del caregiver.

I Geriatri e la SIGG devono essere finalmente consapevoli del loro ruolo importante e della grande responsabilità nei confronti di tanti cittadini spesso oggetto di soluzioni  ageistiche; l’adeguamento dei servizi sanitari ai bisogni effettivi dei malati anziani è priorità da affrontare anche con un’attenta prevenzione delle esacerbazioni delle malattie croniche; si ha l’impressione che le cure ospedaliere, così come sono oggi concepite, forniscano un alibi alla modesta organizzazione ed efficienza delle cure extraospedaliere che richiedono continuità e un attrezzato anche tecnologicamente sistema di long-term care, persistentemente precario in Italia . l pronto soccorso dovrebbero fare riferimento ai dati della banca dati (da costruire con urgenza) che contiene i dati dei pazienti per  proporre pertanto la collocazione dell’anzian nel setting curaivo assistenziale più corretto.

L’ epoca interminabile del Geriatra che opera prevalentemente se non esclusivamente nell’ Ospedale dovrebbe finire.

SIGG

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